LOT 108 Caliari Paolo, Madonna con Bambino in gloria tra San Elia, E...
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in cornice a tabernacolo in legno intagliato e dorato, olio su tavoletta, W. 20,5 - H. 40 Cm, M. Tanzi, "Una proposta per il giovane Paolo Veronese" in Verona Illustrata, 2002, n. 15, pp. 71-78, Attribuita nel 1907 da Bernard Berenson ad Antonio Badile, questa notevole tavoletta, dopo anni di silenzio da parte della critica artistica sulla pittura veronese del Cinquecento, è stata oggetto di uno studio del Prof. Marco Tanzi, all'interno del quale viene ipotizzato che possa essere ricondotta alla produzione giovanile di Paolo Caliari, conosciuto ai più come il Veronese., , "(...) Fra i pittori attivi in quel momento, escludendo quelli delle generazioni più vecchie, tenacemente ancorati ad un passato troppo difficile da superare (Torbido, i Caroto, Giolfino), non mi sembra che né Battista del Moro, né Domenico Brusasorci, né i più giovani Paolo Farinati o Bernardino India possano essere coinvolti in questa gara., Le sigle formali messe in risalto dalla tavoletta e la sua materia pittorica, insieme all'impostazione compositiva ed alla sapienza progettuale dell'impianto lasciano invece intravedere da un lato una personalità più spiccata rispetto a quella del Badile, dall'altro un autore dalle caratteristiche stilistiche diverse da quelli appena elencati, ed inducono piuttosto a pensare ad una prova giovanile di Paolo Caliari detto il Veronese. A confortare tale ipotesi concorre una serie di confronti con le opere del maggiore artista veronese del Cinquecento, a partire dalla pala Bevilacqua Lazise del Museo di Castelvecchio (1548) e dal suo modelletto su carta della Galleria degli Uffizi: nella grande pala è la figura della Vergine ad evidenziare, nel volto e nel velo, contatti ravvicinati con quella della tavoletta. Se si esamina invece il modo di realizzare i panneggi, semplificato e cartaceo come nel caso del manto rosso di san Paolo, si possono stabilire diverse affinità di carattere esecutivo con il pregevole olio su carta degli Uffizi: con la manica del san Ludovico sulla destra, per esempio, che si avvicina anche, nella resa accurata delle pieghe, al già ricordato gioco dei bianchi e dei grigi sul mantello del frate inginocchiato sulla destra. Risulta poi convincente, a mio avviso, l'identità delle scelte cromatiche e della tavolozza fra queste opere, con rossi accesi e bianchi accecanti, con guizzanti bagliori d'oro nei manti: quello della Vergine nella tavoletta e quello di san Ludovico nella pala e, soprattutto, nel bozzetto fiorentino., Nelle opere di piccole dimensioni del primo momento di Veronese si colgono numerose affinità con il quadretto carmelitano sia nelle sigle di ordine morelliano che nel trattamento delle fisionomie dei personaggi, come possono ben esemplificare, ad esempio, le tre telette di Castelvecchio con le Storie di Ester e Assuero (in particolare le figurette di quella con Assuero che ordina il trionfo di Mardocheo). Così nella Guarigione della suocera di Pietro (o Miracolo della figlia di Giairo) del Louvre, dove i confronti si possono tentare non solo con la maniera di panneggiare, ma anche tra il volto di Cristo e quello della Vergine, o tra quello della suocera e quello di sant'Andrea Corsini. (...)"
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VIA SAN MARCO 22, Milan, Italy
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